In viaggio

Corrispondenze

Questo progetto e questa avventura decennale sarebbero più poveri senza compagni di viaggio, incontrati per scelta o per caso, scovati nella rete, protagonisti di una geografia affettiva. Ho fatto l’antropologo di una singolare tribù che si è messa in gioco: i «corrispondenti babelici». Identikit: hanno uno sguardo laterale, esplorano viuzze dimenticate, attraversano il territorio lungo rotte originali, camminano e pedalano, scavalcano, amano gli spaventapasseri. E indagano, sfogliano, mandano segnalazioni, si prendono cura. Compagna di viaggio babelico, e non solo: Francesca Ferrero. Per parole, immagini, imprese devo molto, fra i tanti, a Domenico Amoroso, Marco Biancucci, Salvatore Bongiorno, Cristina Calicelli, Silvia Camporesi, Giulia Capodieci, Nike Capotorto, Giada Carraro, Mario Ciccioli, Simona Costanzo, Cristina Crippi, Alisia Cruciani, Mario D’Aurizio, Eva di Stefano, Katya Esposito, Rossella Faraglia, Rachele Fiorelli, Francesco Galli, Michele Gentili, Emanuela Iovino, Denis Isaia, Stefania Lai, Guido Lotti, Lorenzo Madaro, Francesco Maffei, Gloria Marchini, Nicola Mazzeo, Maria Mina, Andrea Montecchini, Caterina Nizzoli, Michela Pasquali, Giulia Pettinari, Lina Pispico, Francesco Polesello, Daniela Rosi, Loreto Tizzani, Bianca Tosatti, Roberta Trapani, Sara Ugolini, Mauro Viegi, Giordano Viozzi, Pier Paolo Zampieri e ZonaCammarata, Elisa Zivieri.

Avvisi ai viaggiatori

Ideate il vostro itinerario, muovendo dalle schede regionali dell’archivio. Scrivetemi se vi occorressero consigli e precisazioni. Qualche avvertenza: si tratta per la maggior parte di case private, i loro poetici abitanti sono persone – non andrà dimenticato – con le difficoltà di ciascuno e spesso qualcuna in più. Non è scontato varcare il cancello o la porta. Occorre misurarsi con ritrosie, orgogli, melanconie, ossessioni.
Ricordate che siete ospiti. Ricordate che state passando un pomeriggio fuori porta, mentre quegli ottantenni dedicano tutti i giorni, da anni, alla loro impresa creativa. E per quanto siano stravaganti e solitari, sono individui che vivono in un orizzonte sociale. Non promettete loro cose che non potete mantenere, non siate troppo insistenti con le domande. Trovate il giusto compromesso fra meraviglia e distacco. Se sarete bene accetti, saranno generosi: preparatevi a ore di racconto, di speciali visite guidate, di album di ricordi. Prima di scattare fotografie, ponetevi in ascolto. Non esagerate nel diffondere immagini e informazioni, chiedete il permesso. Ritornate. Babele è una pratica lunga, con gli altri e con se stessi.

Sul campo

Ritornare, dunque, entrare nelle case, dialogare con le famiglie, lavorare a delle soluzioni (perché è anche storia di crolli e malanni, di vicini malevoli, di denunce per abusivismo, di solitudine). Dare un senso alla durata.
Gli itinerari e i cantieri di pulizia e restauro dei siti babelici sono un’occasione, aperta a tutti, per creare comunità intorno ai babelici. Nascono con il passaparola: per partecipare e proporre basta una mail, un appuntamento sul territorio, un’affinità. Nessuna tassa d’iscrizione, ma molti desideri e pensieri.
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