Piemonte

[La tomba babelica di «Tanta sa»]

Paolo Provera

(1850-1930)

Scultura e decorazione architettonica
San Salvatore Monferrato (Alessandria)

La cappella, restaurata nel 1997, si trova nel cimitero del paese.

Provera, soprannominato per il suo ingegno «Tanta sa» [Tanto sale], fece il mastellaio, il bottaio, l’oste. In vecchiaia, nel cimitero del suo paese natale, costruì in quasi dieci anni una piccola cappella funeraria costellata di busti, simboli, stendardi, lapidi con iscrizioni poetiche. Al centro si trova un singolare sarcofago di cemento, dove volle farsi seppellire in posizione seduta (realizzò per questo una cassa di legno a forma di sedia, prima del suicidio con il gas). Nella cappella vi sono decorazioni in ferro battuto e in rocaille. L’insieme si presenta come un suggestivo teatro di voci e sguardi incrociati fra Provera e i busti della madre, della moglie, della sorella e del nipote.

Un’interpretazione dell’opera di Provera in Mauro Canova e Gabriele Mina, L’ultima messa in scena. La tomba babelica di Paolo Provera, «Revista Sans Soleil», 4, 2012, pp. 309-314, che si sono avvalsi della ricerca sul personaggio svolta da Carletto Provera (omonimo ma non parente del nostro) in occasione del restauro. A San Salvatore esiste ancora una lunga scala in cemento armato che Provera costruì, al fine di collegare la via dove abitava con la parte superiore del paese. Invece la sua casa in via Buffalora ha perduto le scritte e le decorazioni che aveva. A «Tanta sa» è intitolata un’associazione culturale del Monferrato, promossa fra gli altri da Domenico Cavalli e Massimo Torra.

Foto: Massimo Torra [2010]