
Favero (detto “Zoe”, dal nome di un vecchio fumetto) ha lavorato come muratore e nel settore delle costruzioni, è stato per molti anni all’estero. Una volta in pensione ha acquistato un terreno dove ha costruito una baracca, battezzata L’Alcazar. La usa come laboratorio per dare vita ai putinót (pupazzi, in dialetto): figure umane, personaggi, animali, assemblando sassi di ogni misura e colore. Li lavora con lo scalpello e con il flessibile: le sculture più grandi hanno un’armatura di ferro, quelle piccole sono fissate con la colla chimica. Talora dipinge dei dettagli; in molte figure riporta delle frasi, proverbi e citazioni ricavate da libri di seconda mano e dalla televisione. Realizza anche composizioni a mosaico.
Sul web il reportage fotografico di Francesco Galli dedicato al sito di Favero.
Foto: Cdb [2023].