Negli anni ‘30 “Cencio” Lucchesi, già funzionario in tribunale, una volta in pensione si trasferì da Roma a un podere di sua proprietà, alle porte di Viterbo. Nel bosco intorno al casale decise di creare quello che ribattezzò il suo «eremo», peraltro aperto agli avventori : un parco di personaggi a grandezza naturale (ballerine, frati, carabinieri) realizzati con manichini e figure dipinte su tronchi, circondati da cartelli con motti goliardici, in linea con il suo spirito allegro. Realizzò anche degli ambienti, come la trattoria, la pasticceria, il Sale e Tabacchi.
Notizie e immagini sono ricavate da un articolo del pronipote dell’autore: Francesco Ranucci, Vincenzo Lucchesi e il suo «Eremo», «Biblioteca & società», III, 1981, pp. 51-53.
Foto: tratte dall’articolo citato.