
Contadino in pensione, Ricci inizia la sua opera alla fine degli anni ’80: ispirato da un sogno decide di costruire vicino casa una piccola cappella in onore alla Madonna. Nel giardino intorno realizza sculture in pietra, cemento dipinto e legno in cui rappresenta volti, animali, figure maschili e femminili. Dopo la morte della moglie ha realizzato un secondo santuario, di fronte alla sua abitazione, in forma di spirale e costellato di invenzioni colorate, pinnacoli, oggetti trovati, scritte. Anche la sua abitazione, all’esterno e all’interno, è decorata con pitture, tegole dipinte, lavori in legno.
Il sito è analizzato da Giulia Pettinari, I santuari in pietra di Girolamo Ricci, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 8, 2014, pp. 58-67. Ricci conserva un catalogo – Girolamo Ricci. Scultore e pittore, Tipolitografica Pievese 2009 – curato dal genero Paolo Scattoni, con immagini delle sue creazioni, accompagnato da un breve testo introduttivo e dall’autobiografia scritta, sotto forma di poesia, dallo stesso Girolamo.
Qui sotto Girolamo Ricci e la sua visione di pietra, terza puntata della serie Costruttori di Babele per la regia di Giordano Viozzi (Sushi Adv).
Foto: CdB [2013-2014]