Isravele (il nome con cui l’operaio si è ribattezzato) decide nel 1996 di lasciare la famiglia e la casa, nel quartiere Zen di Palermo, per ritirarsi sul monte Gallo. Occupa un faro militare in abbandono e, negli anni, lo trasforma in un santuario personale: all’interno costruisce un piccolo altare, decora le superfici con motivi geometrici e riferimenti mistici. Anche le parti esterne sono decorate con colori e scritte; utilizza vernici, cemento, pietre, ritagli di giornale, immagini devozionali. È intervenuto anche sul sentiero, con tracce sparse, che conduce al faro, realizzando una «via santa».
Il sito dell’eremita (che dal 2013 ha mutato il suo nome da Israele a Isravele) è stato studiato in più interventi da Eva di Stefano: cfr. in particolare Margivaganti di Sicilia. Storie di immaginazione abusiva: Giovanni Cammarata e Israele, in Gabriele Mina (a cura di), Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, elèuthera 2011, pp. 29-45; Ambienti visionari in Sicilia. Il santuario dell’eremita, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 2, 2011, pp. 110-147; L’immaginazione abusiva. Decorazioni e devozioni di un eremita contemporaneo, in Maria Concetta Di Natale e Pierfrancesco Palazzotto, Abitare l’arte in Sicilia. Esperienze in età moderna e contemporanea, Flaccovio 2012; Israele. A Contemporary Hermit, «Raw Vision», 78, 2013, pp. 28-31.
Il progetto Outsider Art: Viaggio alla scoperta dell’Arte clandestina siciliana ha dedicato al sito un video, per la regia di Ruggero di Maggio (2015, 13’). In rete si trovano fotografie e video di avventori; l’Osservatorio Outsider Art di Palermo ha organizzato varie escursioni al santuario.
Foto: ● Antonio Ferrante [2005-10]; ●● Rachele Fiorelli [2010]; ●●● Lucia Palumbo [2005-2010]