Muratore, decoratore e pittore, Antonelli lavorò alla sua casa dal 1958 al 1963, con l’aiuto della moglie Edvige, il cui nome spicca in entrata. Il suo sogno era costruire una nave, poi optò per una casa fantasiosa, decorata con mosaici e rocaille, con il cemento che imita il legno. Era amante della musica: sulla ringhiera vi sono le note musicali, mentre il cancello ha la forma di arpa. L’interno era affrescato con motivi diversi a seconda della stanza; in giardino un barbecue di tre metri a forma di orso Yoghi; su un comignolo della casa una nave, sull’altro un castello. Produceva anche oggetti di cemento – balaustre, sedili da giardino, colonne – destinati alla vendita, insieme ai pizzi e agli scialli a uncinetto della moglie.
La vicenda di Antonelli è raccontata in Franco Robecchi, Mi faccio una casa a forma d’infanzia, «AB. Atlante bresciano», 5, 1985, pp. 44-55.
Foto: CdB [2011]