
Tiso lavorò come marinaio, in seguito si mantenne con una pensione d’invalidità. Appassionato di ceramica, dava nuova vita agli oggetti venduti nei mercatini, ritrovati fra i materiali di scarto o ricevuti in dono. Frantumava piatti, tazze e piastrelle per poi ricomporre i vari pezzi in mosaici colorati, usando cemento bianco. Nella decorazione inseriva altri elementi, come statuine, soprammobili, bottiglie. A cominciare dagli anni ’80, intervenne sia sulle parti esterne (verso la strada, compreso il marciapiede, e verso il fiume) sia sull’interno (pavimento, gradini, camino), che di rado mostrava agli avventori.
Sulla rete cfr. la scheda monografica su Bric-à-brac Italia di Giada Carraro. Dopo la morte di Tiso, nella comunità locale è emerso un interesse per mantenere l’opera, in possibile dialogo con i proprietari dell’immobile.
Foto: ● Giada Carraro [2011]; ●● Alessandro Gozzo [2020]