Cammarata, dopo aver combattuto in Africa e nell’Egeo ed essere emigrato in America, rientrò a Messina, stabilendosi nel povero quartiere di Maregrosso, lavorando come muratore e artigiano. Dal 1970 fino alla morte si dedicò alla decorazione della sua baracca, trasformandola in un fantasioso castello con sculture in cemento, mosaici in pietra, assemblaggi. La facciata della casa proponeva figure sacre e profane (madonne e crocifissi, personaggi mitologici, attori del cinema, animali), pinnacoli e altre decorazioni, che proseguivano nel cortile interno. Lungo la via dipinse dei murales, in gran parte perduti. L’architettura, dopo vari danneggiamenti, fu demolito nel 2007 dalle ruspe per far posto al parcheggio di un supermercato.
Della casa del Cavaliere resta solo il fronte e piccole porzioni, sono state salvate alcune sculture (fra cui i grandi elefanti gialli).
Il sociologo Pier Paolo Zampieri dal 2007 porta avanti un’ampia ricerca/azione sulla casa – anche attraverso i collettivi Machine Works e ZonaCammarata – nel contesto urbanistico di Maregrosso e della città. Il lavoro è approdato all’adozione della casa, con interventi di pulizia e restauro, e alla produzione di eventi pubblici e artistici, specie in via Belle Arti. Di Zampieri si rimanda alle monografie ZonaCammarata. Maregrosso, Messina: paesaggi retroattivi, processi sociali, Linaria 2014 e Esplorazioni urbane. Urban art, patrimoni culturali e beni comuni, il Mulino 2018. Altri interventi: La questione Cammarata, l’Outsider art e l’antropologia urbana. Un caso di “mente locale”, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 4, 2012, pp. 42-57; Outsider art, paesaggio e territorio. Pratiche di valorizzazione sociale, in Rita Ferlisi (a cura di), Filippo Bentivegna. Storia, tutela e valori selvaggi. Atti del Convegno. Sciacca 27-28 Giugno 2015, Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana 2015, pp. 105-113; I costruttori di babele. Quartieri marginali, outsider art e paesaggi retroattivi, «Sociologia urbana e rurale», 106, 2015, pp. 101-117; Outsider Art e/o Street Art. Contaminazioni, Genealogie, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 12, 2016, pp. 120-131; Maregrosso Urban Lab (con Valentina Raffa), «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 14, 2017, pp. 182-189. Cfr. anche Mosè Previti, Zona Cammarata: Cose da Matti, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 8, 2014, pp. 144-149.
L’arte di Cammarata è puntualmente analizzata da Eva di Stefano, Irregolari. Art Brut e Outsider Art in Sicilia, Kalós 2008 e Margivaganti di Sicilia. Storie di immaginazione abusiva: Giovanni Cammarata e Israele, in Gabriele Mina (a cura di), Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, elèuthera 2011, pp. 29-45. Cfr. anche Mario Valentini, Guardiani del sonno, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 9, 2015, pp. 24-33.
La casa del Cavaliere è stato uno dei pochi siti italiani compresi nella ricerca fotografica di Deidi von Schaewen, Fantasy Worlds, texts by John Maizels, Taschen 1999 (n. ed.: 2007). Nel 1989 Alberto Ferrero realizzò un reportage fotografico: cfr. Mitologie di cemento, «Abitare», 320, 1993, pp. 164-165 e Gabriele Mina, Giovanni Cammarata nell’obiettivo di Alberto Ferrero. Una testimonianza, «Rivista dell’Osservatorio Outsider Art», 4, 2012, pp. 30-41. Alcuni scatti di Ferrero sono stati inseriti in Costruttori di Babele, un percorso fotografico nell’arte di Giovanni Cammarata, Luigi Lineri e Bonaria Manca (Museo Bilotti, Roma, 2012; Galleria Rizomi, Torino, 2013; Cathédrale de Jean Linard, Neuvy-Deux- Clochers, 2013).
Sulla rete il documentario Non rompete le opere di notte di Machine Works (2007). Il progetto Outsider Art: Viaggio alla scoperta dell’Arte clandestina siciliana ha dedicato al sito un video, per la regia di Ruggero di Maggio (13’).
Foto: ● Alberto Ferrero [1989]; ●● Eva di Stefano [2011]