Cuccarollo lavorò come operaio alla Zanussi di Pordenone. Dal 2000, una volta andato in pensione, iniziò a realizzare opere utilizzando pietre e ciottoli che raccoglieva nei greti durante le passeggiate con la moglie e il cane. Nel giardino di casa collocò alcune statue di pietra: in una si ritrasse con il figlio, scomparso adolescente per malattia. Altre opere a mosaico abbelliscono la casa e i capitelli di una Via crucis, lungo una strada che conduce a una chiesetta di campagna degli alpini.
Il giardino è ricordato in Gabriele Mina (a cura di), Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari, elèuthera 2011.
Foto: Mario D’Aurizio [2011]. Si ringrazia la signora Graziella per la fotografia del marito.