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Vincenzo «Vincent» Brunetti, dopo un apprendistato a Milano come pittore, negli anni ’80 è ritornato nel suo paese d’origine. Vincent City nasce come chiesetta votiva, per poi trasformarsi – da metà degli anni ‘90 – in un’egocentrica casa-museo, presentata da un alto frontone con statue di ogni genere (madonne, putti, animali, etc.), piastrelle colorate, grandi scritte bibliche. L’intero complesso, all’interno e all’esterno, è ricoperto da creazioni di Brunetti e di suoi collaboratori: copie di capolavori, oggetti recuperati, stanze decorate con mosaici. Un altro spazio ospita le opere pittoriche in vendita di Brunetti, che da anni si esibisce in performance a ritmo di musica, davanti a numerose persone.
Sull’impresa di Brunetti cfr. Giuseppe Laghezza, V.M. Brunetti. La fiaba dell’eterno bambino, Panico 1998; Lina Pispico, Re di questo territorio. Intervista a Vincent Maria Brunetti, in Mina Gabriele (a cura di), Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, elèuthera 2011, pp. 159-163. L’esuberante Vincent è uno dei protagonisti di Italian Sud-Est (Fluid Video Crew 2003, 113’).
Sulla rete compaiono numerose interviste e reportage; Orodè Deoro, autore di oltre 250 mq di mosaici a Vincent City, nel suo blog dedica all’esperienza varie osservazioni critiche e materiali.
Foto: Lina Pispico [2011]