Benzi, già tecnico campanario, negli anni ‘60 si votò a una missione ambientale: nel ‘65 fondò il Movimento ecologico Shangri-La e condusse varie proteste (specie contro l’Acna) incatenandosi ai campanili e diffondendo volantini. Con la moglie girò il basso Piemonte, raccogliendo un’imponente collezione che costituiva il «Museo di attrezzi e oggetti vecchi e antichi dell’uomo». Si trattava di un migliaia e migliaia di pezzi – il proprietario parlava di 2.700.000 oggetti, fra radio, biciclette, giochi, ceramiche, scarpe, strumenti contadini – cui si aggiungevano installazioni dello stesso Benzi (per lo più oggetti con scritte sarcastiche): uno scenografico labirinto di spazi, tavoli, scaffali, capannoni che circonda l’abitazione. Il museo subì danneggiamenti per il maltempo e le frane, e denunce, aumentando il senso di accerchiamento del suo creatore. Alla sua morte lo spazio è stato chiuso e poi definitivamente abbandonato.
Gli artisti tedeschi Klaus e Cosima Schneider hanno curato il libro fotografico Shangri-La: Das Museum hinter der Brücke (modoverlag 2015, in tedesco, inglese, italiano), accompagnato da un video (34’). Nel sito non più attivo dello Shangri-La era possibile leggere i volantini di Benzi e una rassegna stampa sul museo (si ricordava, fra l’altro, un visitatore illustre: Eugenio Montale).
Foto: CdB [2013]