Paggi, muratore e scalpellino, dopo aver partecipato a diverse campagne di guerra negli alpini, ritornò definitivamente dal fronte nel 1918. In paese era ricordato come «Toni il matto» o «Toni delle croci», perché ritiratosi in solitudine riempì di croci scolpite nella roccia l’interno e l’esterno della propria casa, ristrutturata con il fratello. Sotto l’abitazione scavò cunicoli e cantine, sempre decorati con croci incise nella pietra. Morì nel 1944, durante un rastrellamento nazi-fascista.
Vicino alla casa è presente un cartello che racconta la vicenda architettonica e umana della casa. Un cippo voluto dal locale gruppo alpini ricorda la morte di Paggi. La storia di Toni è stata rappresentata a teatro nel 2012 dalla compagnia Le Falìe.
Foto: tratte dalla pagina fb Velo Veronese.