“Anzul” Fiacchi era un operaio verniciatore. Appassionato di astronomia, iniziò dagli anni ’80, da solo, a costruire nel cortile di casa un osservatorio, che aprì al pubblico nel 1991. Fino alla sua morte Fiacchi accolse nel suo spazio migliaia di visitatori, facendone un luogo conviviale. Grazie ad acquisti e scambi, Fiacchi dotò il suo osservatorio di un telescopio issato su una pedana rotante, una calotta apribile, vari strumenti autocostruiti, sfere, monitor, interruttori e leve… In varie bacheche fissate alle pareti dispose una quantità di sue collezioni: pietre, fossili, sabbie e reperti vari.
Sulla rete cfr. l’articolo del 2013 di Fabio Zecchi, Ho visto le stelle con le mie mani. Giuseppe Di Bernardo ha dedicato alla storia di Fiacchi il documentario Anzul delle stelle (2016, 44’). Immagini tratte dal documentario compongono il videoclip della canzone Padre nostro dei satelliti di Vasco Brondi / Le luci della centrale elettrica.